• 22 Luglio 2024 18:01

Riunificare la Corea

DiRedazione

Apr 29, 2018

di Giancarla Codrignani *

Riconosco una doppia emozione oggi per fatti che hanno a che vedere con due miei valori: la dignità dei popoli e l’utilità della nonviolenza. Quindi il cuore si rallegra per l’intesa ristabilita tra le due Coree che, a prescindere dalla storia recente, sono una Corea sola. Per questo principio – oscuramente sentito violato già quando mio padre, alla vigilia di un mio viaggio in Austria, mi raccomandò di guardare i giornali e di tornare immediatamente se scoppiava una guerra a causa della Corea – ho presieduto il Comitato italiano per la riunificazione della Corea (chissà dove è finito l’archivio che certamente la straordinaria segretaria, Ina Sansone, una signora di fede comunista assoluta che mi stimava molto ma non capiva le mie ironie sulle “verità del regime di Pyong Yang, certamente aveva conservato).

Essendo stata nel Nord nel 1980, in pieno regime Kim Il-Sung nonno, ho visto che Panmunjon segnava – lo vedevo dallo stesso posto che i due leader ieri hanno disarmato – non un confine, ma un’iniquità. Ero stata ospite a spettacoli “di regime”; ma mi sembrava Napoli vedendo film strappacore in cui una qualunque storia di persone che  producevano fiumi di lacrime negli spettatori perché i protagonisti, salutati genitori o mogli e figli per andare in altra parte del paese, erano rimasti inesorabilmente divisi. Sono passati 59 anni: i danni non sono più risarcibili e le culture (l’educazione delle scuole!) troppo diverse; ma si farà presto a recuperare e i giovani lo faranno anche contro il pessimismo degli anziani, ormai integrati in patriottismi conflittuali.

Il secondo valore è la dimostrazione che la nonviolenza è necessaria per essere più civili: ha avuto più coraggio Moon Jae-in (ma anche Kim Jog-un) di Trump, che era pronto alla sfida cretina di rispondere a un dittatore che difendeva il suo potere con i soli mezzi ricattatori di cui era in possesso. Se uno ti dà uno schiaffo chiediamogli il perché del suo gesto prima di ricambiarlo. Che sarebbe anche diplomazia vincente.

Poi la mente è contenta pure lei, anche se non sarà facile (soprattutto per Moon Jae-in) mantenere gli equilibri non solo per l’opposizione interna, ma per le relazioni con gli Usa (e la loro flotta) e con il sempre odiato Giappone. E pur sapendo che i benefici saranno tutti del regista occulto, la Cina, che si è permessa un’elegante rivincita su Trump, contento non si sa bene di che.

* scrittrice, giornalista, politica e intellettuale italiana, impegnata nel movimento per la pace e – laicamente – di area cattolica, più volte parlamentare della Repubblica.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.