I Partiti
I partiti, sì. Li ho frequentati, talora forse un po’ troppo e male, negli ultimi sessanta anni. Qualche volta, in circostanze eccezionali e grazie a qualche responsabile illuminato, mi sono parsi rispondere al disegno costituzionale. Art. 49. Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale. (Nel frattempo appare disapplicata senza scandalo la XII disposizione costituzionale, transitoria dunque più che finale, “E `vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”).
Per aiutarli Capitini, con pochi amici, aveva cercato di affiancarne e correggere l’operare (vedendone tutti i limiti) promuovendo Centri di Orientamento Sociale, libere assemblee di cittadini, nelle quali formarsi a una più avanzata democrazia. Avrebbe voluto ci fossero in ogni città, diffuse in ogni borgo, in ogni parrocchia. Ha cercato un supporto istituzionale interessando Pietro Nenni, allora ministro alla Costituente e altri, come l’amico Ignazio Silone. Questa una risposta su carta intestata dell’Assemblea Costituente, il 23 settembre ´46 “Caro Capitini, in un paese, come il nostro, dove i CLN, i consigli di gestione, i circoli, le sezioni, se ancora esistono, somigliano già a uffici del dazio, istituire i COS obbligatori, come tu chiedi, significherebbe agli occhi dei più aumentare il numero delle istanze larvali. Tuo, Ignazio Silone”.
Se le cose stavano così allora figurarsi poi. E tuttavia qualcosa dello spirito costituente è sopravvissuto per qualche tempo, o almeno mi è parso. E’ venuto poi un partito aziendale di un imprenditore, grande venditore. Forza Italia entusiasmò un popolo di tifosi calcioteledipendenti. Cambiano i tempi e i media. Ora va molto bene un altro partito azienda. Stimola i clienti a scegliere un benessere a 5 Stelle cliccando, su sempre più aggiornati smartphone, elogi e improperi, fondamento della democrazia diretta.
C’è un Partito, che si dice tale, e Democratico per giunta. Sembra credere nel rinnovamento fino alla rottamazione dei vecchi dirigenti. Iosif Vissarionovič Džugašvili, detto anche Koba (in una parola Stalin), ha applicato la formula. Dei 1.827 delegati al XVII Congresso del Partito comunista dell’Urss , del 1934, solo 37 erano anche al XVIII, del 1939. Meglio non chiedersi che fine avessero fato gli altri 1.790. Dei 139 membri del Comitato centrale 98 erano stati fucilati. (pag. 266 e nota, Luigi Zoja, Paranoia, Bollati Boringhieri , Torino 2011, con accurata indicazione delle fonti). Anche più modeste e incruente applicazioni non sembrano dare grandi di risultati. C’è poi un pullulare di formazioni unitarie e di sinistra in forte polemica con il PD e tra loro, perché le altre non sono unitarie e di sinistra come dovrebbero. Mi sembra di rivedere cose già vissute, con molta fatica e pochi esiti positivi. Naturalmente faccio tutti gli auguri possibili agli amici e compagni che si impegnano per migliorare politica e società.
La sola flebile speranza di un miglioramento che venga dall’interno dei “partiti”, ammesso che così li si possa ancora chiamare, me l’ha data il mio Berlinguer preferito, Giovanni naturalmente, in un incontro di molti anni fa al Gramsci di Ferrara. A proposito della scarsa democrazia interna a tutti i partiti e del procedere dei gruppi dirigenti per caute cooptazioni, scegliendo cioè persone non in grado di scalzare le posizioni di dominio esistenti, diceva che, forse, la sola speranza era affidata al ritrovarsi un capo abbastanza ottuso da non accorgersi delle qualità del cooptato, che l’avrebbe con vantaggio di tutti sostituito. Se no, come diceva Gino Bartali, c’è tutto da rifare, senza buttar via però quel po’ di democrazia che c’è, anche più preziosa perché in pericolo.
L’onesta’ intellettuale, l’intelligenza, l’immensa cultura, il garbo nel confronto, la lungimiranza, il suo giganteggiante
‘ Buonsenso ” , che come dice giustamente il Giusti ‘ già fu caposcuola ‘, fanno di Daniele Lugli un grande Maestro.
Grazie a tutti,
Aurora Bedeschi