Invece Flavio Tosi, Sindaco di Verona e capo del nuovo partito “Fare!”, non è d’accordo ed ha affidato il suo commento ad un tweet: «Assolto De Luca: incitare al sabotaggio della Tav non è reato. Così si incita a delinquere ancora. Nessun rispetto per le Forze dell’Ordine!»
Commette vari errori Tosi. Se i giudici hanno assolto, evidentemente non c’è reato, e dunque De Luca non ha incitato a delinquere. Inoltre non c’entra nulla il rispetto per le Forze dell’Ordine, poiché il sabotaggio è diretto alle strutture del TAV (al maschile essendo Treno ad Alta Velocità, e non al femminile come scrive il Sindaco), e non contro la polizia.
Per chiarire ogni possibile equivoco, sarebbe stato meglio se in questi due anni di processo Erri De Luca avesse specificato di riferirsi al “sabotaggio nonviolento”, come ha fatto nell’ultima udienza, citando Gandhi e Mandela.
Ho attuato anch’io un “sabotaggio nonviolento” nel 1991, distendendomi sui binari alla Stazione di Balconi di Pescantina da dove passava un treno che trasportava armi dalla Germania in Iraq, durante la prima guerra del Golfo. Il treno fu fermato ed io venni processato per “blocco ferroviario”. Ai giudici dissi che avevo agito in violazione di una Legge, per obbedienza ad una Legge superiore, quella della Costituzione (l’Italia ripudia la guerra) e quella delle Nazioni Unite (salvare le future generazioni dal flagello della guerra). Fui assolto (grazie all’avvocato Sandro Canestrini).
Nel libro “Le tecniche della nonviolenza” Aldo Capitini, il fondatore del Movimento Nonviolento, ha scritto: “Il sabotaggio è una tecnica della nonviolenza solo quando non vi è nessun rischio per l’esistenza di esseri viventi, particolarmente umani. E’ una delle misure di carattere estremo, quando il danno che viene apportato è superato dal danno che il funzionamento di quel servizio apporta”.
Il danno globale della guerra è certamente maggiore del danno di un treno che viene fermato.
Il danno ecologico delle infrastrutture Tav è certamente maggiore del danno di una rete tagliata.
E’ in base a tutto questo che mi sento legittimato a ricordare al Sindaco che le sentenze vanno rispettate, sempre, anche quando non collimano con il suo pensiero; per di più il pulpito dal quale manda tweet non è dei più accreditati, essendo lui stato condannato per “propaganda di idee razziste” e non avendo mai chiesto scusa per quella sua bravata giovanile quando si è fatto fotografare ridendo sulla lapide finta del procuratore Papalia.
Noi nonviolenti abbiamo sempre portato rispetto alle Forze dell’Ordine, e lui – da Sindaco e capo di partito – dovrebbe portare rispetto alla Magistratura.
Mao Valpiana
Movimento Nonviolento di Verona
foto tratta da nap.wikipedia.org