• 22 Novembre 2024 20:59

Sai, Sono Ancora Io

DiElena Buccoliero

Dic 22, 2021

Da diversi anni percepisco la malattia grave come un’ala nera che ci sorvola a cerchi ampi e si sofferma di tanto in tanto per toccare l’uno o l’altro di noi. Lo adombra, lo estrania, lo sottrae al consesso pubblico e a molta parte delle relazioni che ha intrattenuto fino a quel momento. Da quel giorno un essere umano mediamente autonomo e funzionante deve prendersi cura di sé, dei propri intimi meccanismi, non può più dare per scontato quella base che permette di affannarsi dal risveglio al ritiro della sera. Occorre rallentare il ritmo. Occorre sostare. Intrattenersi col pensiero di una fine non più soltanto ipotetica, per quanto possa essere allontanata ancora a lungo, forse anche molto a lungo. La sua presenza è palpabile, ci segue in ogni stanza.

Dopo quel primo momento, in una fase che ormai è di ripresa, si può avvertire il bisogno di dare voce a ciò che si è vissuto. Per prendersi cura delle emozioni difficili nasce a Ferrara il progetto “Quaderni SAI, Sono Ancora Io”, rivolto a donne operate per tumore al seno negli ultimi tre anni. Alle partecipanti proponiamo un percorso di 10 incontri settimanali. In ognuno con Chiara Zannini, fisioterapista e insegnante di yoga, è presente la pratica dell’hata yoga per favorire il rilassamento, la centratura su di sé, un approccio morbido e confidente nel rapporto con il proprio corpo trasformato dalla chirurgia. Si alternano, poi, ora un’esperienza di scrittura che ho l’onore di condurre, dopo una specializzazione universitaria in Medicina Narrativa e decenni di laboratori con bambini e adulti, ora un gruppo di parola guidato dalla psicologa psicoterapeuta Micaela Fergnani, che ha alle spalle una lunga esperienza in psicologia della salute.

Noi conduttrici abbiamo incontrato le interessate individualmente prima di incominciare, per presentare il progetto e verificarne l’aderenza alle aspettative personali di ciascuna. Tante e molto diverse le storie che abbiamo ascoltato, nelle quali la malattia è ben più di un evento. Entra nelle relazioni quotidiane e le cambia, costruisce relazioni nuove come quelle con i medici, i terapisti, tutti coloro che ci aiutano a prenderci cura di noi. Rapporti talvolta spinosi, talaltra confidenti, sempre fondamentali nel momento in cui tocchiamo con maggiore evidenza la nostra finitezza.

Nel primo incontro, dopo un tempo per fare amicizia con le tensioni del corpo e scioglierle nell’ascolto del respiro, la scrittura autobiografica ha preso spunto da una pluralità di immagini, volti di donna ritratti in pittura che hanno sollecitato il gruppo intorno a una frase sospesa, molto semplice: “Oggi sono…”.

Rimasticando queste parole, “oggi sono”, ecco venire alla luce l’esperienza della malattia e ciò che ne rimane. Per diverse partecipanti ha rappresentato una seconda occasione, il tempo adatto per dare un nuovo orientamento alla propria esistenza a volte in modo molto visibile, operando scelte o dedicando il proprio tempo a persone ed esigenze differenti dal passato, a volte in una dimensione più intima, quella che indica valori e priorità.

Il nodo del dolore non è eliminabile, siamo insieme anche per accoglierlo e non abbiamo paura delle lacrime che a tratti fanno capolino, suscitano un’eco di abbracci impossibili da esprimere in tempi di pandemia ma ugualmente percepibili. Il rispecchiamento, l’ascolto, l’assenza di giudizio sono valori che un gruppo di pari sa esprimere.

La scelta di dare voce al proprio vissuto emotivo in modi diversi – con il corpo, con le parole scritte e con quelle pronunciate – indica un sentiero che percorreremo insieme. Per ora tutte le partecipanti si sono sentite accolte e riconosciute all’interno del gruppo, ed è appunto ciò che desideravamo accadesse. E per quanto la strada potrà essere impervia nelle settimane che ci aspettano, noi siamo insieme, siamo qui.

Il progetto “Quaderni SAI, Sono Ancora Io” è promosso a Ferrara dalla cooperativa Riabilitare in collaborazione con ANDOS (Associazione nazionale donne operate al seno), con il patrocinio della Fondazione Estense. Gli incontri sono ospitati presso il Centro Sociale Anziani del quartiere Barco.

Di Elena Buccoliero

Faccio parte del Movimento Nonviolento dalla fine degli anni Novanta e collaboro con la rivista Azione nonviolenta. La mia formazione sta tra la sociologia e la psicologia. Mi occupo da molti anni di bullismo scolastico, di violenza intrafamiliare e più in generale di diritti e tutela dei minori. Su questi temi svolgo attività di formazione, ricerca, divulgazione. Passione e professione sono strettamente intrecciate nell'ascoltare e raccontare storie. Sui temi che frequento maggiormente preparo racconti, fumetti o video didattici per i ragazzi, laboratori narrativi e letture teatrali per gli adulti. Ho prestato servizio come giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna dal 2008 al 2019 e come direttrice della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati dal 2014 al 2021. Svolgo una borsa di ricerca presso l’Università di Ferrara sulla storia del Movimento Nonviolento e collaboro come docente a contratto con l’Università di Parma, sulla violenza di genere e sulla gestione nonviolenta dei conflitti.

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