• 18 Dicembre 2024 15:55

Salvini, la sicurezza e la “legittima difesa” dell’ignoranza

DiPasquale Pugliese

Giu 29, 2018

   Il primo rapporto del Censis sulla sicurezza in Italia, pubblicato lo scorso 27 giugno, ci consegna dei dati che meritano un approfondimento. Tutti i reati in questo Paese sono in calo, in particolare negli ultimi dieci anni gli omicidi sono praticamente dimezzati (dai 611 del 2008 ai 343 del 2017), le rapine sono diminuite del 37,6% e i furti del 13,9%. In generale i reati tra il 2016 e il 2017 sono diminuiti del 10,2%. Tuttavia, il Rapporto registra la crescita nel Paese della voglia di sicurezza fai da te: nonostante nell’ultimo anno siano aumentate del 13,8% le licenze per porto d’armi (di cui il 21% per “tiro al volo”, le più facili da ottenere) e nelle case degli italiani ci siano già qualcosa come 4,5 milioni di armi da fuoco, il 39% di essi chiede una maggiore libertà nell’acquisto di armi per difesa personale. Quota che diventa sensibilmente più alta tra le persone meno scolarizzate (51%), quelle che hanno al massimo la licenza di media, e quelle più anziane (41%), oltre i 65 anni. Ossia il senso di insicurezza diventa paura e senso di minaccia – che genera la voglia di armarsi per farsi “giustizia” da sé – in maniera inversamente proporzionale alla capacità di comprendere la realtà e le sue modificazioni. 

 Ciò significa che l’assurda tentazione della violenza è la risposta più semplice e banale di fronte a questioni complesse (come i fenomeni migratori) che appaiono incomprensibili – e dunque minacciose – a chi non ha gli strumenti per decodificarle. Su questa ignoranza soffia da trent’anni la pedagogia razzista e securitaria della Lega nord, che ha perfettamente attecchito nel Paese con meno laureati d’Europa, da sempre agli ultimi posti per investimenti sull’istruzione e la cultura. Non a caso, al ministro degli interni Salvini non è parso vero di poter commentare questi dati annunciando che la sua “priorità” – del tutto sconnessa dai dati di realtà, ma perfettamente connessa all’ignoranza diffusa – è la legge sulla cosiddetta «legittima difesa delle persone perbene». Ossia la liberalizzazione dell’uso delle armi da fuoco, come avviene negli USA del suo sodale Donald Trump. Una prospettiva nella quale la sovrabbondanza di armi private, da ipotetico strumento di sicurezza, si trasforma esattamente nel suo contrario: la certezza dell’insicurezza diffusa. Tranne che per i produttori di armi.

 E’ quanto avviene negli USA – modello che Salvini e le destre voglio importare in Italia – con un meccanismo totalmente contro-produttivo: induce i cittadini ad armarsi per colpire ipotetici “nemici”, ma genera stragi per armi da fuoco di innocenti “amici” – come i tanti ragazzi uccisi nei campus e nei college – minando la sicurezza di tutti. Per esempio, mentre in Iraq, contro i nemici dichiarati del governo USA, dal 2003 ad oggi sono morti circa 4.500 soldati statunitensi, all’interno degli Stati Uniti sono circa 30.000 i cittadini morti ogni anno perché colpiti dal fuoco “amico”, cioè da altri cittadini statunitensi. Una sanguinosissima guerra civile. Che arricchisce la lobby delle armi che interviene direttamente nel sostegno ai candidati amici nelle campagne elettorali

   Le armi, dunque, non sono la soluzione al problema della sicurezza, ma sono esse stesse il problema. Lungo tutta le filiera: dalle armi leggere, che mettono a repentaglio la sicurezza di ciascuno, a quelle pesanti, che mettono a repentaglio la pace trasformando in guerra ogni conflitto – e sottraendo 2.700 miliardi di dollari all’anno alla difesa dell’umanità dalle malattie, dalla povertà, dall’ignoranza… – fino a quelle nucleari, che mettono a repentaglio qui ed ora il futuro stesso dell’umanità. Questo è il vero e grave tema della sicurezza che andrebbe affrontato ogni giorno, da tutti i governi e da tutti i mezzi d’informazione. Sul quale invece l’ignoranza è massima.

   Lo scorso 18 gennaio il comitato scientifico del Bollettino degli scienziati atomici ha spostato ancora una volta in avanti le lancette dell’”orologio dell’apocalisse”, fino a due minuti dalla mezzanotte nucleare. Praticamente, dal punto di vista della sicurezza, un’umanità ripiombata nel 1953, in piena corsa agli armamenti, sull’orlo dell’olocausto nucleare. Ma di questa insicurezza reale Salvini e questo governo – ma anche i governi precedenti – non se ne occupano. Anzi, ne sono co-promotori: il nostro Paese – oltre a sprecare 70 milioni al giorno in spese militari – non ha ancora ratificato il Trattato per la messa al bando delle armi nucleari. Pare non ci fosse più spazio nel contratto di governo, fondato sulla sicurezza… L’unica legittima difesa che hanno a cuore, perché porta voti, è quella dell’ignoranza.

Di Pasquale Pugliese

Pasquale Pugliese, nato a Tropea, vive e lavora a Reggio Emilia. Di formazione filosofica, si occupa di educazione, formazione e politiche giovanili. Impegnato per il disarmo, militare e culturale, è stato segretario nazionale del Movimento Nonviolento fino al 2019. Cura diversi blog ed è autore di “Introduzione alla filosofia della nonviolenza di Aldo Capitini” e "Disarmare il virus della violenza" (entrambi per le edizioni goWare, ordinabili in libreria oppure acquistabili sulle piattaforme on line).

2 commenti su “Salvini, la sicurezza e la “legittima difesa” dell’ignoranza”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.