Articolo tratto da controfinanziaria.sbilanciamoci.org
Meno navi e aerei militari, più risorse per il Servizio Civile e l’Aiuto allo Sviluppo.
La politica estera, di difesa, agli affari interni e le politiche economiche e sociali sono strettamente interrelate e parti di un modello che va cambiato. Le armi non ci mettono al sicuro, né possono tutelare le popolazioni coinvolte in guerre e conflitti. È invece indispensabile immaginare e costruire insieme l’altra difesa possibile: quella pacifica, nonviolenta, di impegno, di partecipazione, di dialogo civile, di cooperazione dal basso.
Sbilanciamoci! propone a tal fine una netta riduzione delle spese militari, con un risparmio per la finanza pubblica di più di 5 miliardi di euro, sulla base di 5 misure: la riduzione immediata del livello degli effettivi delle nostre Forze Armate a 150.000 unità e il riequilibrio interno tra truppa e ufficiali e sottoufficiali (1,3 miliardi); il dimezzamento degli investimenti in nuovi Programmi d’armamento iscritti a bilancio del Ministero dello Sviluppo economico (2,3 miliardi); il congelamento dei nuovi contratti di acquisizione dei cacciabombardieri F-35 previsti nel 2018 (600 milioni), in attesa che il Governo attui l’indicazione del Parlamento che ne ha deciso il dimezzamento; il ritiro dalle missioni militari all’estero di chiara valenza aggressiva (850 milioni).
Una parte delle risorse così risparmiate potrebbe finanziare politiche di pace e cooperazione grazie all’implementazione dei Corpi Civili di Pace (100 milioni); a stanziamenti per la protezione dei Difensori dei diritti umani (2 milioni); alla riconversione a fini civili dell’industria a produzione militare (100 milioni) e di 10 servitù militari (50 milioni); al potenziamento degli Aiuti pubblici allo Sviluppo (1 miliardo) e ad attività di peacebuilding (20 milioni).
Finanziamenti aggiuntivi per il Servizio Civile Universale consentirebbero un ampliamento del numero dei volontari (123 milioni), la sperimentazione dei servizi necessari per qualificare l’esperienza di Servizio civile e di promuovere il riconoscimento delle competenze dei volontari (8 milioni). Chiediamo inoltre che le risorse del Fondo Africa, finanziato con 30 milioni di euro aggiuntivi per il 2018, siano destinate alla promozione di progetti di cooperazione decentrata a sostegno dei territori da cui provengono i migranti e i richiedenti asilo.
Scarica qui la sezione del rapporto su Cooperazione, Pace e disarmo