Per ribadire come la penso sulla scuola della cosiddetta “didattica a distanza” (ma che sarebbe più corretto chiamare “didattica dell’assenza“) uso un estratto preso dalla mia introduzione al filmato di saluto che i bambini e le bambine della classe quinta della scuola primaria “Bruno Ciari” di Cocomaro di Cona hanno presentato ai loro compagni, ai genitori e al personale il 5 giugno scorso.
Non aggiungerei altre parole perché, nel filmato, ho detto quello che penso, a modo mio, rivolgendomi anche ai bambini, spero in un modo chiaro.
Se serve, ribadisco che la cosiddetta “didattica a distanza” è un rimedio in una situazione di emergenza ma non la soluzione; se non basta, insisto dicendo che la “didattica a distanza” non è scuola.
Capisco bene le difficoltà di chi deve gestire questa situazione complessa ma, ascoltate alcune anticipazioni e lette certe ipotesi strampalate, io temo molto che si trovi la soluzione più facile e più economica e non quella più giusta. Ho paura di qualche decreto estivo che stravolga la scuola della Costituzione e son ancor più preoccupato che, dopo i giorni della scuola al centro dell’attenzione sui giornali, si torni alla quiete “dopo la tempesta”.
Anche se siamo in un ritardo spaventoso, mi auguro che si cominci seriamente, da subito, a fare un censimento dei locali scolastici che ci sono e di quelli extrascolastici che si potrebbero sfruttare per pensare ad una ripresa, a settembre, di una scuola in presenza.
Comunque la pensiate, buona visione:
P.S. Il filmato completo della classe quinta, da cui è tratto il mio pezzo, si può vedere qui
P.P.S. Io sono solo uno dei maestri della quinta di cui sopra, insieme ad Anna, Cinzia, Fabiola, Giada, Michela e Calogero.