Innanzitutto desideriamo esprimere la vicinanza a tante famiglie che sono in grande sofferenza e rischiano di non avere il necessario per la loro sussistenza. Le Comunità Cristiane si adopereranno per attivarsi ad integrazione delle misure Statali per raggiungere i più bisognosi, soprattutto per sostenerli nelle loro attività lavorative, in questo tempo in cui rischiano di spegnersi.
Ci fa specie che in questo tempo di giuste limitazioni per contrastare la diffusione dell’epidemia, tra le poche attività lavorative ritenute necessarie, accanto al lavoro straordinario ed eroico del personale sanitario, per salvare vite umane, ci sia anche quella della fabbricazione e commercializzazione delle armi!
Vogliamo accogliere e rilanciare l’appello del Segretario Generale dell’ONU ripreso da Papa Francesco
nell’Angelus di domenica 29 marzo, per un “cessate il fuoco globale e immediato in tutti gli angoli del mondo, fermando ogni forma di ostilità bellica, favorendo la creazione di corridoi per l’aiuto umanitario, l’apertura alla diplomazia, l’attenzione a chi si trova in situazione di più grande vulnerabilità. L’impegno congiunto contro la pandemia possa portare tutti a riconoscere il nostro bisogno di rafforzare i legami fraterni come membri dell’unica famiglia umana. In particolare, susciti nei responsabili delle Nazioni e nelle altre parti in causa un rinnovato impegno al superamento delle rivalità. I conflitti non si risolvono attraverso la guerra”.
Inoltre vogliamo, insieme al movimento Pax Christi, rilanciare un appello accorato per dire no alla produzione delle armi. Soprattutto in questo tempo dove servono strumenti e attrezzature per la vita e non per la morte. E ci riferiamo in modo particolare alla produzione degli F35, che vengono assemblati nel nostro territorio piemontese, a Cameri. Come ci ha ricordato Papa Francesco a Bari il 23 febbraio scorso: “La guerra, che orienta le risorse all’acquisto di armi e allo sforzo militare, distogliendole dalle funzioni vitali di una società, quali il sostegno alle famiglie, alla sanità e all’istruzione, è contraria alla ragione, secondo l’insegnamento di S. Giovanni XXIII. In altre parole, essa è una follia… perché è folle distruggere case, ponti, fabbriche, ospedali, uccidere persone e annientare risorse anziché costruire relazioni umane ed economiche…. Tanti Paesi – ha concluso Francesco – parlano di pace e poi vendono le armi ai Paesi che sono in guerra. Questo si chiama la grande ipocrisia”.
Come già nel passato si era espressa questa Commissione Regionale, noi non vogliamo tacere di fronte a questa ipocrisia.
Uniamo la nostra fantasia e il nostro impegno per cercare e favorire lavori di pace. Diciamo no a lavori per la guerra, no alla produzione e allestimento degli F35, costosissimo progetto di aerei che possono trasportare bombe nucleari. Quanti posti letto si potrebbero ottenere con il costo anche di un solo aereo? Di ben altro lavoro hanno bisogno le nostre famiglie, il nostro territorio e il mondo intero. Un lavoro che produca vita buona e non morte! Quanto lavoro nell’agricoltura sostenibile, quante piccole imprese importanti per il nostro territorio si potrebbero sostenere con il costo di un solo aereo?
Chiediamo alle Comunità Cristiane di implorare dal Dio della vita la cessazione di questa pandemia e il dono dello Spirito per perseguire, insieme a tutte le persone di buona volontà, una nuova economia, più rispettosa della vita e dell’ambiente, dove tutti siano artigiani di pace.
2 aprile 2020, ann. Morte di S. Giovanni Paolo II
Per la Commissione Regionale Piemonte e Valle d’Aosta della Pastorale Sociale e del Lavoro, giustizia e pace, custodia del creato, i membri della segreteria: il Vescovo delegato Marco Arnolfo, l’incaricato don Flavio Luciano, Gaetano Quadrelli, Luciano Vietti, Alessandro Svaluto Ferro, Massimo Tarasco.