L’Esercito popolare di liberazione saharawi ha reagito all’azione militare marocchina che rappresenta una grave violazione dell’accordo di cessate il fuoco.
Il rischio di una escalation è altissimo. Il futuro dell’Accordo di Pace, che da anni è bloccato per il mancato rispetto del referendum sull’autodeterminazione, così come la sicurezza di tutta la regione vengono così seriamente messe a rischio da questa azione unilaterale su cui le Nazioni Unite e l’intera comunità internazionale dovrebbero immediatamente chiedere conto al Governo del Marocco, anche attraverso un’operazione di interposizione che tuteli la popolazione civile e che fermi immediatamente l’uso delle armi.
La mancata soluzione del conflitto nella regione del Sahara Occidentale e del Maghreb, non può che generare sofferenze, nuove violenze, instabilità ed insicurezza per tutti. Per questo chiediamo:
- l’immediato ritiro delle forze militari nei confini stabili dalla tregua del 1991
- che l’Unione Europea, come tutti gli stati membri, condannino l’azione militare del Marocco contro la popolazione saharawi in un territorio controllato dalla missione delle Nazioni Unite MINURSO
- l’impegno della comunità internazionale ad esigere a tutte le parti in causa il pieno rispetto del diritto internazionale e delle risoluzioni delle Nazioni Unite
- la nomina e l’insediamento dell’inviato delle Nazioni Unite per la ripresa dei negoziati di pace.
Roma, 16 novembre 2020
(foto tratta da geopolitica.info)