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SLAPP, ceffoni (giudiziali) a chi osa criticare: quali rimedi?

DiNicola Canestrini

Ago 26, 2020

 

SLAPP,  l’acronimo di Strategic Lawsuit Against Public Participation, richiama il termine inglese “slap“, cioè prendere a ceffoni.  Letteralmente significa causa strategica contro la partecipazione pubblica.

Una causa SLAPP è una causa intesa a censurare, intimidire e mettere a tacere voci critche mediante azioni giudiziarie  fino a quando non abbandonano le loro critiche o opposizioni.

Una causa SLAPP mira a scoraggiare il dissenso, la critica, la protesta, ed è un pericolo per la democrazia.

E’ quindi una causa iniziata indipendentemente dalla sua fondatezza – cioè: anche se chi la propone sospetta o sa di essere .. in torto – per costringere quindi chi viene chiamato in giudizio a difendersi, con i relativi costi (economici, di tempo, di energie), il cui scopo non è tanto la riparazione di un torto vero o immaginario, ma quello di intimorire o meglio distruggere chi ha osato criticare il potente di turno.

Un vero e proprio .. sberlone giuridico, con lo scopo di ridurre al silenzio e intimidire non solo chi viene chiamato in causa, ma anche la generalità dei consociati.

Le SLAPP possono essere cause penali (tipicamente: di diffamazione), ma spesso si tratta di cause civili, con richieste risarcitorie astronomiche.

Una SLAPP viene quindi intentata sostanzialmente per scoraggiare il dissenso, la critica, la protesta. Vengono tipicamente messi nel mirino delle cause SLAPP le voci critiche della società (human rights defenders, giornalisti, ambientalisti, ONG, sindacalisti, ..). I guardiani della democrazia, insomma.

In Italia del fenomeno SLAPP si parla poco, nonostante sia di grande attualità.

L’AGCOM, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha per esempio riconosciuto la SLAPP come principale fonte di preoccupazione per la libertà dei media nel paese, pari a oltre il 30% delle minacce complessive ricevute dai giornalisti nell’anno 2019 (Osservatorio sul giornalismo, II edizione, 2017).

Il frequente ricorso a queste strategie è purtroppo incoraggiato dalla inadeguatezza del nostro sistema giuridico penale e civile, del tutto inidoneo  per prevenire contenziosi abusivi contro i destinatari delle cause SLAPP (a prescindere dal fatto che .. anche gli stati possono essere protagonisti di tali cause).

Infatti non vi sono strumenti specifici per tutelare la libera manifestazione del pensiero da cause intimidatorie, e ciò nonostante il nostro ordinamento abbia uno dei propri capisaldi nel principio della libera manifestazione del pensiero, “pietra angolare del sistema democratico” (Corte Costituzionale 19.02.1965, n.9; 17.4.1969, n.84) ), «fondamento della democrazia» (Corte cost. n. 172 del 1972), «il più alto, forse dei diritti fondamentali» (Corte cost. n. 138 del 1985). Anche sul piano internazionale la concreta possibilità delle diverse idee di esprimersi (e circolare liberamente) diviene un indice fondamentale per misurare il grado di democraticità di un sistema politico (cfr. l’art. 10 Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo del 4 novembre 1950). La stessa Corte Europea dei diritti dell’uomo ha definito la libertà d’espressione quale fondamento della società democratica (Kokkinakis v. Greece, 1993).

E naturalmente la libertà di espressione del pensiero implica che vi sia spazio per esprimere e divulgare soprattutto idee nuove e anticonformiste, e che non siano represse le opinioni che pure urtano o inquietano (cfr. il caso più conosciuto della Corte EDU, Handyside v. the United Kingdom, 1976, Lingens c. Austria, 1986, o Jersild c. Danimarca 1994).

Peraltro, se è vero che l’ordinamento  giuridico europeo protegge la partecipazione individuale alla vita pubblica attraverso i suoi standard di libertà di espressione, nei quali l‘interesse pubblico ha un valore più elevato rispetto alla reputazione individuale (se anche altre circostanze supportano il caso), questa protezione è disponibile per gli imputati solo dopo che tutti i rimedi interni sono stati esauriti, cioè troppo tardi per prevenire i tipici effetti dannosi di una vertenza SLAPP.

“(Le azioni legali per silenziare il dissenso sono) un problema noto da tempo che tuttavia si sta amplificando negli ultimi mesi e giornalisti, attivisti e gruppi di difensori dei diritti umani sono l’obiettivo preferito di queste cosiddette SLAPP, querele strategiche che ostacolano la partecipazione pubblica”.

Dunja Mijatović, CoE Commissioner for Human rigths

Anche sul piano interno, nonostante la fondamentale importanza del diritto in parola, chi lo esercita si vede esposto a cause di rappresaglia  senza essere protetto dal sistema: sul versante civile, esiste la possibilità per il giudice di condannare chi perde anche ad un risarcimento del danno, se risulta che ha agito o resistito in giudizio con mala fede o colpa grave (art. 96 c.p.c.).  Proprio la mala fede, cioè la consapevolezza del proprio torto, ovvero la consapevolezza di agire slealmente o di abusare del diritto parrebbe ricomprendere molte delle cause SLAPP, ma purtroppo raramente si riesce a provarla e in quei pochi casi l’autorità giudiziaria pare generalmente restia a riconoscerla.

Sul versante penale, il fatto che il titolare dell’esercizio dell’azione penale sia esclusivamente la pubblica accusa (indipendente), vi è (almeno in teoria) una maggiore funzione di filtro: nella pratica però i tempi medi delle indagini procedimenti penali unita al fenomeno del trial by media,  cioè il processo sui mezzi di informazione e sui social, dove la sola notizia della pendenza di una indagine rischia di pregiudicare per sempre la credibilità dell’accusato, pongono ugualmente seri problemi per chi è accusato strumentalmente. Nei casi di reati procedibili su istanza di parte (querela), la procedura penale prevede che in caso di assoluzione dell’accusato il querelante possa essere condannato al rimborso delle spese legali (oltre che ad un risarcimento del danno; art. 542 c.p.p.): ma anche questa norma trova però rarissima applicazione nella pratica. Del resto, nei casi di reati procedibili d’ufficio (su denuncia), a chi viene archiviato o assolto non spetta mai alcun rimborso delle spese (né tanto meno un risarcimento; cfr. l’approfondimento sulla diffamazione).

Il nostro sistema giuridico è inadeguato a tutelare chi si trova coinvolto ai fini intimidatori in un procedimento giudiziario, civile o penale, con grave rischio per la possibilità di portare una voce critica nel dibattito pubblico, e quindi per la stessa democrazia.

Uno studio commissionato dalla Commissione europea del maggio 2020 analizza possibili rimedi contro cause SLAPP, individuando nell’archiviazione o nel rigetto anticipato rispetto alla decisione sul merito della causa SLAPP come  elemento chiave per proteggere l’accusato dagli effetti negativi della azione giudiziaria intimidatoria. 

Indispensabile quindi un intervento legislativo, laddove si potrebbe pensare, unitamente alla indipendenza di fatto e di diritto del potere giudiziario anche da influenze e pressioni,  all’inversione dell’onere della prova, redistribuzione di costi (es. consulenti o periti ) anche in corso di procedura, abolizione dell’obbligatorietà dell’azione penale in cause penali SLAPP, patrocinio a spese dello stato per chi si trovi coinvolto in cause SLAPP, misure deterrenti quali sanzioni effettive contro l’abuso del diritto (es. risarcimento del danno con meccanismi presuntivi), .. senza naturalmente pregiudicare il diritto alla difesa da parte di tutt*.

Per ora, l’unico rimedio efficace è quello di una difesa consapevole, nelle aule di giustizia (cd. cause “SLAPP di ritorno“), ma anche fuori dalle aule, coinvolgendo e facendo leva sull’opinione pubblica e sul cd. effetto Streisand, che si ha quando il tentativo di censurare/bloccare/eliminare un’informazione ottiene come risultato, al contrario, di renderne la pubblicizzazione ancora più ampia.


Per saperne di più:

Dossier in italiano “SLAPP, la querela che minaccia la libertà di espressione”, Claudia Pierobon e Paola Rosà, OBC, https://www.balcanicaucaso.org/Occasional-papers/SLAPP-la-querela-che-minaccia-la-liberta-di-espressione

Nota della Commissaria per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa Dunja Mijatović, 27 ottobre 2020, https://www.coe.int/en/web/commissioner/-/time-to-take-action-against-slapps

Sued into silence“, Greenpeace  https://storage.googleapis.com/planet4-eu-unit-stateless/2020/07/20200722-SLAPPs-Sued-into-Silence.pdf

Studio “SLAPP in the EU context“, Academic Network on European Citizenship Rights,  EU Commission: https://ec.europa.eu/info/sites/info/files/ad-hoc-literature-review-analysis-key-elements-slapp_en.pdf

LIBE Committee del Parlamento europeo  https://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/STUD/2020/655187/IPOL_STU(2020)655187_EN.pdf

Ricerca ONG indipendente https://www.indexoncensorship.org/wp-content/uploads/2020/06/a-gathering-storm.pdf

Iniziative concrete per proteggere i giornalisti e la società civile dalle SLAPP”, programma di lavoro UE per il 2021

 

 

 

Di Nicola Canestrini

Avv. Nicola Canestrini Laureato summa cum laude con una tesi di laurea sul nesso tra diritto e democrazia, difende diritti dentro e fuori dalle aule. Figlio di Sandro Canestrini, storico avvocato difensore degli obiettori di Coscienza al servizio militare e amico del Movimento Nonviolento, è titolare dello studio canestriniLex :: avvocati www.canestrinilex.com. IMPORTANTE: quanto pubblicato in questa rubrica va riportato al solo pensiero personalissimo dell'autore.

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