• 6 Novembre 2024 2:16

Sulla valutazione dei diritti

DiDaniele Lugli

Lug 10, 2023

La rivista Madrugada procede, come Azione nonviolenta, per numeri monografici e, come Azione nonviolenta, ha avuto per anni la collaborazione di Daniele Lugli. Proprio Daniele, in una riunione di redazione, ha suggerito di dedicare un numero (appena uscito, giugno 2023) alla valutazione e, sulla base del principio che chi propone qualcosa si impegna a realizzarlo, lo ha curato. Lo ha pure introdotto con questo articolo, dedicato alla valutazione dei diritti.

Un’incauta osservazione – «Mi pare che la valutazione, in nostre attività pur rilevanti, sia carente, quando non assente, pur proclamandosene la necessità» – mi porta a scriverne.

Sul vocabolario trovo: «Valutazióne: determinazione del valore di un bene ragguagliato in moneta. Calcolo approssimativo e determinazione del valore di cose e fatti di cui si debba tenere conto ai fini di un giudizio o di una decisione, di una classifica o graduatoria».

Guardare il vocabolario fa sempre bene. La pronuncia corretta è io valùto e non io vàluto, come dico sempre. Per ogni nostra azione è decisivo conoscere chi fa esattamente cosa, in che circostanze, in che tempi, con quali finalità e con quali strumenti: who (chi), what (cosa), where (dove), when (quando), why (perché) e how (come).

Questo è vero, dunque, anche per la valutazione. Ogni W deve essere analizzato e approfondito. Ci sono azioni e correlate valutazioni che tutti ci riguardano.

Siamo in una situazione che Luigi Ferrajoli sintetizza nella premessa alla proposta di Costituzione della Terra:

«Noi, abitanti della Terra, che nel corso delle ultime generazioni abbiamo accumulato armi micidiali in grado di distruggere più volte l’umanità, abbiamo devastato l’ambiente naturale e messo in pericolo, con le nostre attività produttive, l’abitabilità del nostro pianeta; consapevoli della catastrofe ecologica che incombe sulla Terra, del nesso che lega la sopravvivenza dell’umanità e la salvaguardia del pianeta e del rischio che, per la prima volta nella storia, il genere umano, a causa delle nostre aggressioni alla natura, possa avviarsi all’estinzione; decisi a salvare la Terra e le generazioni future dai flagelli dello sviluppo insostenibile, delle guerre, dei dispotismi, della crescita della povertà e della fame, che hanno già provocato devastazioni irreversibili al nostro ambiente naturale, milioni di morti ogni anno, lesioni gravissime della dignità delle persone e un’infinità di indicibili privazioni e sofferenze; decisi a vivere insieme, nessuno escluso, in pace, senza armi mortali, senza fame e senza muri ostili, a garantire un futuro alla specie umana e alle altre specie viventi, a realizzare l’uguaglianza nei diritti fondamentali e la solidarietà tra tutti gli esseri umani e ad assicurare loro le garanzie della vita, della dignità, delle libertà, della salute, dell’istruzione e dei minimi vitali, promuoviamo un processo costituente della Federazione della Terra, aperto all’adesione di tutti gli Stati esistenti e finalizzato alla stipulazione di questo patto di convivenza pacifica e di solidarietà».

È un progetto improbabile e assieme necessario e urgente, al quale tuti gli abitanti della Terra, con diversa capacità e responsabilità, sono chiamati a contribuire. Le loro azioni, individuali e collettive, saranno da valutarsi, quindi, per il contributo che possono dare alla diffusione della conoscenza della situazione, alla consapevolezza delle catastrofi in arrivo, alla decisione di salvare le generazioni future e vivere insieme nessuno escluso in coerenza a tali obiettivi e nel loro perseguimento.

Se richiamiamo anche solo i diritti fondamentali, come riconosciuti dal diritto internazionale e dalla nostra Costituzione, si apre un campo di grande portata per i processi di valutazione.

Sono, infatti, fondamentali i diritti di libertà, i diritti sociali, i diritti politici e i diritti civili. E tutti sono soggetti a valutazione, quanto a garanzie ed effettività. Mi limito a richiamare i diritti sociali, avvalendomi ancora di formulazioni tratte da Ferrajoli: i diritti sociali comportano, a carico delle istituzioni l’obbligo di fornire gratuitamente a tutti le prestazioni che ne formano l’oggetto.

Diritto alla salute: tutti hanno diritto alla salute. Il diritto alla salute comporta l’obbligo, a carico delle istituzioni sanitarie di prevenire le malattie e di fornire a tutti, gratuitamente, le cure e i farmaci necessari. Nessuno può essere obbligato a subire trattamenti sanitari contro la sua volontà, se non per disposizioni di legge consentite unicamente a garanzia dell’incolumità e della salute pubblica.

Diritto all’istruzione: tutti hanno diritto all’istruzione, impartita gratuitamente dalla scuola pubblica, obbligatoria per almeno dieci anni e senza tasse scolastiche o universitarie negli studi successivi. L’istruzione è finalizzata al pieno sviluppo della personalità e all’educazione al rispetto dei principi della pace, della dignità e dell’uguaglianza delle persone, dei loro diritti fondamentali e dei beni comuni. I capaci e i meritevoli hanno diritto a essere forniti dei mezzi necessari a raggiungere i gradi più alti degli studi.

Diritto all’alimentazione: tutti hanno diritto a un’alimentazione sufficiente ad assicurare un sano sviluppo fisico e psichico della persona.

Diritto a un reddito minimo: Tutti hanno diritto a un reddito sufficiente a garantire a ciascuno una degna sopravvivenza. In caso di infortunio, o di malattia, o di invalidità o di vecchiaia, tutti hanno diritto a mezzi di vita idonei a garantire un’esistenza libera e dignitosa.

Diritto all’abitazione: tutti hanno diritto all’uso di un’abitazione decorosa e sicura.

Ci sono, o ci dovrebbero essere, valutatori istituzionali, addetti a tale compito, perché è alle istituzioni che spetta garantire questi fondamentali ed elementari diritti, disattesi.

Garantiti a livelli accettabili i diritti, si possono trovare le migliori forme di valutazione, per migliorarne l’esercizio. Tale è infatti lo scopo della valutazione.

Ci debbono essere procedure aperte al contributo dei titolari dei diritti. Strumenti ed esperienze non mancano. La miglior valutazione, ad esempio, della scuola dell’obbligo resta ancora, forse, Lettera a una professoressa.

Di Daniele Lugli

Daniele Lugli (Suzzara, 1941, Lido di Spina 2023), amico e collaboratore di Aldo Capitini, dal 1962 lo affianca nella costituzione del Movimento Nonviolento di cui sarà nella segreteria dal 1997 per divenirne presidente, con l’adozione del nuovo Statuto, come Associazione di promozione sociale, e con Pietro Pinna è nel Gruppo di Azione Nonviolenta per la prima legge sull’obiezione di coscienza. La passione per la politica lo ha guidato in molteplici esperienze: funzionario pubblico, Assessore alla Pubblica Istruzione a Codigoro e a Ferrara, docente di Sociologia dell’Educazione all’Università, sindacalista, insegnante e consulente su materie giuridiche, sociali, sanitarie, ambientali - argomenti sui quali è intervenuto in diverse pubblicazioni - e molto altro ancora fino all’incarico più recente, come Difensore civico della Regione Emilia-Romagna dal 2008 al 2013. È attivo da sempre nel Terzo settore per promuovere una società civile degna dell’aggettivo ed è e un riferimento per le persone e i gruppi che si occupano di pace e nonviolenza, diritti umani, integrazione sociale e culturale, difesa dell’ambiente. Nel 2017 pubblica con CSA Editore il suo studio su Silvano Balboni, giovane antifascista e nonviolento di Ferrara, collaboratore fidato di Aldo Capitini, scomparso prematuramente a 26 anni nel 1948