Ho trovato le due dizioni. Per capire la differenza ho pure consultato un dizionario. La questione però è seria. Non c’è tanto da scherzare.
Giorni fa a Cork un ventisettenne è stato assolto dall’accusa di stupro nei confronti di una diciassettenne. La giuria si è trovata presto unanime. Decisiva risulta essere stata – nell’arringa dell’avvocata della difesa – l’esibizione del tanga indossato dalla ragazza, con il davanti in pizzo. Prova evidente che la ragazza era “aperta ad incontrare qualcuno”, ha detto la legale Elizabeth O’Connell, che – anche perché donna – conosce il linguaggio della biancheria intima.
Ne sono derivate molte e colorite proteste in varie parti d’Irlanda di donne, soprattutto, non convinte – a differenza della giuria – dall’avvocata. Anch’io non sono rimasto del tutto persuaso. In più ho alcune curiosità che ho cercato di soddisfare. Rinuncio, a malincuore, a conoscere che tipo di mutande indossi abitualmente Elizabeth O’Connell. Vorrei sapere almeno qualcosa su Cork e sulla differenza tra tanga e perizoma.
La città prende nome dal gaelico Corcaigh, letteralmente palude, appropriato per la collocazione alla foce di un fiume e, ora, anche per le fangose pronunce giudiziarie. Gli inglesi l’hanno trascritto cork, cioè sughero. Non si limita però a galleggiare. È una città importante, la seconda dopo Dublino. È detta la capitale del sud. Nel 2005 è stata capitale europea della cultura. È un titolo che attribuisce, anno dopo anno, l’Unione Europea. Nel 2004 era toccato a Genova. L’anno prossimo sarà Matera. Rinuncio anche a conoscere i criteri adottati dall’Unione Europea. Il suo motto è Statio Bene Fida Carinis, che non vuol dire Porto sicuro per le carine. Una ragazza l’ha imparato a proprie spese. È invece porto sicuro per le carene, cioè per le navi, purché non abbiano polene discinte, naturalmente.
Tanga è parola portoghese da ntanga: in quimbundo – lingua bantu dell’Angola importata in Brasile dagli schiavi africani – indica un coprisesso femminile di ridotte dimensioni. Perizoma è parola greca che significa cintura, indumento succinto attorno ai fianchi. Diversi i materiali con i quali sono realizzati, diversi i luoghi e i tempi in cui sono stati usati. Hanno assunto poi lo stesso significato: mutandine che coprono il pube e lasciano scoperti i glutei. A quanto pare l’essere stato il davanti in pizzo è parso irresistibilmente provocante. Fosse stato in chiffon le cose sarebbero andate diversamente?