Gent.ma
Chiara Appendino
Sindaco di Torino
c/o Municipio
Piazza Palazzo di Città, 1
10122 Torino TO
Nella toponomastica della città di Torino esiste Lungo Po Luigi Cadorna.
La figura di questo generale è da sempre molto discussa. Comandante supremo dell’esercito italiano fino alla disfatta di Caporetto, da subito si distinse per la scarsa considerazione della vita dei soldati che mandava all’assalto senza nessuna protezione e per quelli che decimava.
In un telegramma da lui inviato il 1° novembre 1916 scrisse: “Ricordo che non vi è altro mezzo idoneo per reprimere i reati collettivi che quello dell’immediata fucilazione dei maggior colpevoli e, allorché l’accertamento dell’identità personale dei responsabili non sia possibile, rimane ai comandati il diritto e il dovere di estrarre a sorte tra gli indiziati alcuni militari e punirli con la pena di morte”.
Nel centenario del drammatico triennio 1915-18, si dirada la retorica che ha caratterizzato il dibattito sulla prima guerra mondiale e gli storici riconoscono le gravi colpe e responsabilità del capo di stato maggiore.
A Udine il sindaco ha accolto la proposta di cancellare il nome di Cadorna dalle vie e dalle piazze d’Italia, modificando il nome di una piazza prima dedicata a Cadorna in piazza dell’Unità d’Italia.
Lo scrittore Ferdinando Camon ha scritto: “Aver dato il nome di Cardorna è stato, ieri, un errore. Mantenerlo ancora diventa, ormai, una colpa”.
Ritengo opportuno dedicare il nome delle nostre vie non a una persona che trattava gli esseri umani come carne da macello, ma ai molti giovani, spesso contadini analfabeti, che hanno disertato o sono stati renitenti, restituendo così l’onore a coloro che rifiutarono il massacro reciproco, cercando di salvare la propria vita e salvando così anche quella dei cosiddetti nemici.
Mi permetto quindi di sottoporre alla Sua attenzione la proposta di modificare a Torino il nome di quel tratto di Lungo Po in “Lungo Po Disertori della prima guerra mondiale”.
Rimango in attesa di Sue decisioni al riguardo.
Cordiali saluti.
Sergio Albesano