noi che cerchiamo emozioni al Louvre, al Prado, agli Uffizi, al British; noi che facciamo chilometri a piedi per arrivare alla Porta di Brandeburgo, in Grand Place o sulle strisce pedonali di Abbey Road. Per viaggiare cerchiamo le offerte migliori in treno o aereo. Siamo disarmati, abbiamo solo uno zainetto, il telefonino e la bottiglietta d’acqua. Amiamo la bellezza, la cultura, la convivenza. E forse proprio per questo siamo il bersaglio preferito di chi ha accettato la logica dell’odio. E’ semplicissimo abbatterci come birilli. Ma chi ci vuole falciare sa già di aver perso, perchè ha perso se stesso: non sa che guerra combatte, non sa cosa vuole ottenere, non ha un progetto per cui valga la pena vivere. La violenza folle che ci butta addosso è la stessa che prima ha fatto morire la sua umanità. La nonviolenza dei turisti è la forza silenziosa che salverà l’Europa, se solo governanti ed istituzioni cogliessero il messaggio di pace che ogni giorno milioni di noi mettono in atto superando frontiere e muri per stare in una piazza, entrare in un museo, vedere una cattedrale, ascoltare un concerto. L’Europa dei turisti, conviviale e bella, è l’Europa che deve rinascere.
Guerra e terrorismo si rincorrono in tutto il mondo. Le vittime sono tante, ed ognuna ha il volto di Abele. Ma è umano che con le vittime più vicine e conosciute sentiamo una maggior empatia, ed è spontaneo immedesimarsi in loro. Bruno e Luca, i due italiani morti a Barcellona, sono gli eroi partigiani della nonviolenza turistica.
Mao Valpiana