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Un dovere sacro. Yurii Sheliazhenko sulla difesa non armata della Patria.

DiRedazione

Mar 28, 2022

Tre mesi fa, quando il mondo ha celebrato la Giornata dei Diritti Umani, ho partecipato a una conferenza organizzata dall’Accademia del Diritto dell’Università Nazionale di Odessa e ho parlato della violazione di un diritto umano che si verifica in Ucraina, quella relativa all’obiezione di coscienza al servizio militare. Ho parlato della mancanza di accesso a servizi alternativi, degli ostacoli burocratici e dell’estorsione di tangenti, delle richieste discriminatorie di appartenenza a organizzazioni religiose approvate dal governo e del mancato rispetto da parte dell’Ucraina delle raccomandazioni del Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite.

La mia presentazione è stata ben accolta; altri partecipanti hanno condiviso la loro esperienza nella lotta contro la detenzione arbitraria dei coscritti. E poi il professor Vasyl Kostytsky, un ex parlamentare, ha commentato che il servizio nelle forze armate dell’Ucraina è un dovere sacro di ogni uomo. Sapevo che il professore è un cristiano devoto, così ho risposto che non mi risultava alcun dovere sacro del genere tra i dieci comandamenti. Al contrario, ricordavo che è scritto “non uccidere”.

Questo scambio mi viene in mente ora, mentre la mia casa a Kiev è scossa dalle esplosioni delle granate russe nelle vicinanze e le sirene dell’allarme aereo mi ricordano ripetutamente, giorno e notte, che la morte vola sopra la testa.

Dopo l’invasione russa, in Ucraina è stata proclamata la legge marziale e tutti gli uomini tra i 18 e i 60 anni sono stati chiamati alle armi con il divieto di lasciare il Paese. Per alloggiare in un hotel è necessario il permesso dei militari, e si corre il rischio di essere arruolati a ogni posto di blocco.

Il governo ignora il diritto umano di rifiutarsi di uccidere, e lo stesso fa il governo russo mandando i coscritti alla morte e dichiarando pubblicamente che non è così.

Ammiro i russi che hanno protestato in massa contro le menzogne guerrafondaie e contro la guerra, e mi vergogno che il popolo ucraino non abbia insistito per una soluzione nonviolenta durante gli otto anni di guerra tra il governo e i separatisti. Anche adesso l’opinione pubblica è più favorevole allo sforzo bellico che ai colloqui di pace.

Continuo a credere che tutti, compreso il governo, non dovrebbero uccidere. La guerra è un crimine contro l’umanità; perciò sono determinato a non sostenere nessun tipo di guerra e a lottare per l’eliminazione di tutte le cause di guerra. Se tutte le persone si rifiuteranno di uccidere, non ci sarà mai la guerra.

Yurii Sheliazhenko, segretario esecutivo del Movimento Pacifista Ucraino

(dalla newsletter di Pax Christi Scozia)


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