Il documento del Movimento Nonviolento “Un Manifesto per l’Europa – Europa casa comune, amica al resto del mondo, sorella alla natura”, pensato come contributo in vista delle elezioni europee del 26 maggio 2019.
scarica qui il pdf del Manifesto per l’Europa del Movimento Nonviolento
UN MANIFESTO PER L’EUROPA
Europa casa comune, amica al resto del mondo,
sorella alla natura
I DONI DELL’EUROPA. Pace, diritti, cittadinanza, sono i fondamenti del progetto europeo. L’Europa è culla di diversità linguistica e culturale, esperienza di integrazione sociale attraverso la responsabilità di associazioni e imprese. L’Europa è luogo di bellezza dei territori, del paesaggio, dell’arte, salvaguarda il lavoro, la formazione, il patrimonio culturale. La convivenza in Europa è esempio unico di incontro e conoscenza. L’Europa è patria di popoli diversi che desiderano costruire una nuova identità nelle differenze. L’Europa tutela una delle più vaste aree protette del pianeta, speranza concreta di conservazione e convivenza specie viventi. L’Europa ha costruito democrazia partecipata e un welfare di cura che sono un presupposto indispensabile per una società più equa e solidale.
BISOGNO DI EUROPA. Il sogno di un’Europa libera e unita ha sconfitto i totalitarismi attraverso un processo di pace e unità. Abbiamo bisogno di un Parlamento Europeo con più poteri e di una forte Costituzione europea, per un miglior processo di coesione federale che ci conduca agli Stati Uniti d’Europa, nel pieno rispetto delle autonomie locali. Dobbiamo essere più europei per essere più radicati nel nostro territorio, e dobbiamo essere più radicati nel nostro territorio per essere più europei. Abbiamo bisogno di un luogo privo di confini, dove tutti possano muoversi in libertà. L’integrazione delle politiche economiche deve produrre più giustizia ed economia circolare.
Decalogo europeo
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L’impronta ecologica dell’Europa. Il vecchio continente contribuisce all’eccesso dei consumi mondiali di natura. Consumiamo più velocemente della capacità naturale degli ecosistemi di rigenerarsi. Questa voracità umana è diventata insostenibile e se non verrà interrotta ci porterà all’estinzione. Dobbiamo costruire un’Europa che non sfrutti più le fonti fossili ma utilizzi le energie rinnovabili e locali. L’ecologia è una proposta per tutti e attraverso la conversione ecologica si troveranno gli strumenti per un’azione di giustizia ambientale, oggi sempre più necessaria.
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Prendersi cura della natura. Dobbiamo raddrizzare lo sviluppo impazzito verso una civiltà solidale, sostenibile e circolare. È necessaria una buona politica per riparare l’Europa, per ridare fiducia e ristabilire un impegno verso le istituzioni pubbliche. Le infrastrutture devono essere ponderate ai bisogni, senza spreco di risorse pubbliche, di suolo e di speranza. Abbiamo bisogno di un grande piano di manutenzione e di cura dell’esistente, estendere le aree protette, creare una rete di connessioni ecologiche per la biodiversità. Il futuro richiede meno plastica e più materia organica, meno “usa e getta” e più rigenerazione e riuso. Dobbiamo conservare la risorsa suolo e la sua indispensabile capacità di produrre cibo e natura.
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Consumo e digiuno consapevole. Per contrastare il riscaldamento globale, è indispensabile un cambio di rotta, una riconversione radicale dell’idea di sviluppo lineare. Non abbiamo un’altra Terra. Vivere in pace tra gli umani e con la natura è la via obbligata per costruire l’Europa delle nuove generazioni. Dobbiamo sostenere un modo di vivere sano e attento agli altri. Digiunare significa utilizzare meno risorse naturali vergini che il pianeta ci offre. Sposare l’ecologia integrale significa anche una dieta alimentare che ci faccia abbandonare l’uso eccessivo della carne e dei prodotti animali, della terra e del mare, per eliminare gli sprechi alimentari.
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Europa potenza di pace. Indispensabile è una politica estera comune per ridisegnare le relazioni internazionali in un quadro multilaterale in dialogo con l’ONU, una politica di difesa capace di superare la NATO per definire nuovi strumenti di sicurezza. È prioritaria una nuova alleanza con l’Africa, un percorso di confronto e incontro che superi la storia dello sfruttamento coloniale e rigeneri un nuovo legame. Il necessario disarmo può iniziare dalla sostituzione degli eserciti nazionali con un solo esercito comunitario, liberando così risorse utili per l’istituzione di un Corpo civile europeo di pace per favorire la prevenzione, la mediazione e la risoluzione dei conflitti.
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Dalla finanza virtuale all’economica reale. La transizione ecologica deve trasformare l’economia. Gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda 2030 dell’ONU devono essere programma di governo dell’Unione. È necessario regolare i mercati per tutelare chi produce, chi commercia, chi utilizza i prodotti, per garantire la filiera sana ed ecologica. La transizione dal capitale economico al capitale sociale deve essere accompagnata da un’equa distribuzione della ricchezza. L’economia deve tornare a governare la scarsità dei beni materiali, a vantaggio della sobrietà. La democrazia ha bisogno dell’economia ecologica.
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Europa delle città. L’Europa è un esempio di civiltà delle città vivibili e rigenerabili, insegna al mondo la bellezza urbana. Le città sono il cuore della liberazione dall’uso privato dei servizi per una condivisione pubblica e comunitaria. La città deve diventare sempre di più un’esperienza di beni e servizi condivisi, un luogo identitario delle diverse comunità. La città può essere resiliente ai cambiamenti climatici, attraverso piani di adattamento, risparmio energetico, rigenerazione degli edifici, foreste urbane. Le città devono liberarsi dalle auto, con una forte e strutturata offerta di trasporti pubblici, alimentata dalla mobilità dolce delle biciclette e dei mezzi ad emissioni zero.
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Europa delle campagne. Dobbiamo sempre di più essere promotori di nuovi lavori ambientali di cura e rigenerazione. L’Europa deve ripopolare le campagne, le colline e le montagne: un nuovo insediamento di giovani coltivatori e manutentori della terra che occupino gli spazi interni e i luoghi oggi abbandonati. L’agricoltura deve essere rispettosa della natura e del clima, della sua funzione originale di cura del territorio e delle risorse come acqua e suolo: abbandonare la chimica, l’acciaio e il diesel per sposare il biologico e la biodiversità. Il sostegno locale all’economica circolare, al ciclo dei rifiuti e al riuso dei materiali, crea nuovo spazio per le comunità agricole e rurali.
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Lavoro per il pane. Restituire senso al lavoro e un’occupazione per tutti. Perché il lavoro sia strettamente legato al pane, cioè alla sua capacità di produrre beni utili e condivisi, è necessario progettare restauro ambientale, agricoltura ecologica, energie rinnovabili, economie regionali e locali, artigianato che recupera e crea, tecnologie sostenibili, manutenzioni. Alimentare la libertà di scelta e il commercio di prossimità, di vicinato, legato alla produzione e alla manutenzione dei beni, è compito dell’Europa. I diritti umani e la sostenibilità ambientale sono legati strettamente alla tracciabilità della produzione e delle merci.
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Educare alla cittadinanza europea. Un servizio civile europeo per giovani e adulti, nei campi della cultura, dell’assistenza, dell’accoglienza, del volontariato ambientale, sarà un volano di nuova cittadinanza. È necessario un piano europeo di sostegno all’educazione diffusa e alla formazione permanente, per una distribuzione della conoscenza e della ricerca scientifica. Sostenere l’immenso patrimonio culturale e artistico europeo è un modo virtuoso per sviluppare benessere. Educare all’ecologia potenzia le opportunità di vero sviluppo.
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Europa dei diritti e delle minoranze. Se un diritto viene tolto anche ad uno solo, viene tolto a tutti. I diritti fondamentali contenuti nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, devono trovare piena cittadinanza in Europa: diritto alla vita, alla libertà, alla sicurezza, diritto d’asilo. La negazione di questi diritti facilita la diffusione di nuove forme di violenza e intolleranza. La tutela delle minoranze etniche e linguistiche, è l’antidoto al separatismo e alle tensioni oggi presenti in alcuni stati europei. Le minoranze e l’integrazione delle popolazioni migranti salveranno l’Europa.
Maggio 2019