L’abbiamo conosciuta come la vera anima della tenuta di Montevaso dove, con il marito Rocco e i figli Enrico e Francesca, capivi che sapeva farsi centro senza che gli altri se ne accorgessero (cani e gatti compresi).
Ornella non amava la ribalta. La sua eleganza naturale traspariva piano piano, per farsi apprezzare pienamente nel tempo, piena di qualità e di interessi, dai libri al canto, dagli oroscopi alle marmellate di limoni.
La malattia negli ultimi tempi l’ha provata e colpita, ma l’amore della famiglia è stato più forte e le ha permesso di andarsene serenamente. Ora si è riavvicinata al suo compagno di vita, Rocco Pompeo, scomparso lo scorso dicembre.
Ornella Faracovi (20 settembre 1946 – 30 maggio 2023) ha compiuto gli studi di Filosofia presso l’Università di Firenze e insegnato Storia e Filosofia nei Licei; è stata poi docente a contratto presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università di Pisa; ha fondato e diretto la rivista Dimensioni ed è stata assidua collaboratrice della rivista Bruniana&Campanelliana insieme all’amica Germana Ernst nonché Direttrice del Centro Studi Enriques. Ha fatto inoltre parte del Comitato scientifico per i carteggi di Capitini editi con edizioni Carocci dalla Fondazione Aldo Capitini.
Studiosa appassionata ed eclettica, ricercatrice-costruttrice nel senso capitiniano, Ornella ha indagato con la stessa raffinatezza e capacità di divulgazione i più diversi argomenti: dal marxismo francese e italiano contemporaneo all’astrologia rinascimentale, sua grande passione, fino all’approfondimento filosofico della nonviolenza. Volendo riassumere il nodo comune dei suoi interessi filosofici possiamo dire che è stato la vicinanza e simpatia per tutte quelle etiche che hanno ambizione di trasformazione della realtà.
Proprio su quest’ultimo aspetto si colloca il suo contributo di studiosa per la nonviolenza, per il quale tutto il Movimento Nonviolento le è grato, in particolare perché, scevra da lacci accademici, è stata pioniera nella collocazione di Aldo Capitini tra gli intellettuali antifascisti italiani e nella diffusione delle sue opere filosofiche in ambienti universitari, anche fuori dall’Italia. Come quando nel 1983 co-promosse nella sua Livorno un convegno dedicato alle “Tendenze della filosofia italiana nell’età del fascismo”, insieme al celebre studioso Eugenio Garin, nel quale il suo contributo mise anche in risalto l’antifascismo di Capitini; oppure quando riuscì a far pubblicare nell’importante rivista Diogenes un profilo di Capitini e la traduzione in francese di alcuni passaggi fondamentali dalle sue opere.
Non è un caso quindi che questa sia stata tra le sue citazioni preferite di Capitini:
La storia procede per opera di coloro che, elaborato un profondo ideale, secondo le migliori esigenze di tutta l’anima, vanno a infonderlo in mille modi nella realtà… Le sconfitte passeranno nell’urto dei mesi o degli anni: il valore spirituale respirerà coi decenni e coi secoli, perché l’umanità (che è un tutto a cui è presente Dio) ricerca prima o poi e ritrova nel suo intimo il bene che noi, anche se oscuri ma persuasi, vi deponiamo.
Così come Ornella, spesso nell’ombra o attiva in contesti a noi meno vicini, ci lascia prezioso il suo deposito di persuasione.
Con la dipartita di Ornella e Rocco, il Movimento Nonviolento resta orfano: insieme hanno saputo farsi madre e padre di un pezzo importante della storia della nonviolenza che ha legato la Perugia di Capitini con la Livorno di don Nesi, passando da Montevaso alla compresenza.
Movimento Nonviolento