che hanno scelto di mettersi in gioco
Elena Grosu @elenagrosu
21 anni, Fiumicino
La mia esperienza all’interno del Movimento Nonviolento è iniziata all’improvviso e non senza pochi dubbi sul fatto che quello che stavo facendo fosse utile in qualche modo o meno. Dopo una iniziale titubanza mi sono completamente immersa e ho iniziato a dedicare sempre più ore e impegno in eventi e campagne per portare il messaggio della nonviolenza sul territorio di Fiumicino e dintorni. Con il gruppo locale abbiamo organizzato cineforum, letture e raccolte firme per la Campagna Un’altra difesa è possibile nella Fase 1 e cartoline nella Fase 2. Il mio impegno è diventato a 360° quando ho preso le redini della Biblioteca per la nonviolenza e ho iniziato la sua organizzazione al meglio. Fare la volontaria per il MN mi ha dato la possibilità di imparare a confrontarmi con persone che ne erano all’oscuro come me fino a poco tempo prima e persone che invece l’hanno fondato o che ne hanno fatto uno stile di vita. Quello che più mi ha sorpreso delle persone che fanno parte del MN è stata l’apertura dei propri confini mentali. Apertura è il termine con cui Capitini identificava l’approccio di un amico della nonviolenza al mondo, e per esperienza personale ho capito che mai come oggi bisogna praticare l’apertura nei confronti degli esseri viventi.
Ivan Randa @ivanranda
26 anni, Fiumicino
Penso che la nonviolenza sia la massima espressione di civiltà e intelletto. Chi è sufficientemente motivato riesce a far valere le sue ragioni senza la necessità di arrivare alla violenza. Mi sono iscritto al MN con la speranza che in futuro tutti saranno sufficientemente preparati ed educati alla nonviolenza. Ho seguito un percorso tortuoso prima di arrivare a certe mie conclusioni. Ho subito violenze da piccolo. Ne ho inflitte poi ad altri perché mi sembrava giusto così. Poi dopo essere stato sia vittima che carnefice ho compreso e intrapreso il cammino che spero mi porterà ad essere nonviolento.
Nicola Amoruso @nicolaamoruso
26 anni, Verona
Nonviolenza è risonanza con le leggi del cielo, il cuore scosso di vita e l’essere intero riscosso dal cuore. Storicamente il servizio civile nacque dall’obiezione di coscienza, dall’intimo rifiuto di uccidere. Oggi in Italia siamo liberi dalla costrizione individuale alla leva, il divino insegnamento “Non uccidere” ora risuona “Non lasciare che si uccida” e il servizio civile si assume un nuovo compito: sperimentare l’obiezione di coscienza collettiva, la difesa non armata, la ricerca graduale di nuove strutture di pace. Insieme a tanti, il MN sta compiendo questa ricerca, e desidero collaborare.
Jacopo De Luca @jacopodeluca
23 anni, Roma
La nonviolenza è il valore fondante di una società civile che basa la sua definizione stessa di essere umano nella relazione e incontro con l’altro. Pertanto la violenza, in qualsiasi forma si presenti, è la violazione del concetto stesso di umanità in quanto non riconosce l’unicità, la storia e la sacralità della vita che ha di fronte, e probabilmente, neanche la propria. Il MN parte da un bisogno concreto di riportare al centro dell’attenzione la figura dell’Altro come tesoro prezioso da dover rispettare, preservare e dal quale si può e si deve imparare. Da biologo definirei la nonviolenza verso gli altri uomini come carattere adattativo per preservare la specie. Da qui l’evoluzione ha innalzato il concetto di nonviolenza (intesa come tutto ciò che ho scritto prima) a carattere tipico dell’essere umano e di altre creature viventi che identificano l’altro individuo non solo fondamentale per la mia sopravvivenza ma estensione e prolungamento della loro vita stessa. L’altro è importante in quanto fonte preziosa di lavoro, cultura, ingegno etc. e bisogna preservarlo consapevoli anche che quello stesso individuo non mi porterà un benessere immediato ma, al contrario, potrebbe significare un mio sacrificio.
Paolo Ambrosino @paoloambrosino
33 anni, Fiumicino
Mi sono avvicinato alla nonviolenza nel momento in cui ho deciso seriamente di vivere secondo il Vangelo. Non ci sono arrivato subito anche se fin dall’inizio in maniera confusa vedevo che era la soluzione decisiva e veramente soddisfacente. Ci sono molte ragioni che mi hanno portato ad abbracciare totalmente la nonviolenza ma qui ne citerò opportunamente una soltanto. Ho una fede incrollabile nel fatto che l’umanità non è condannata all’ineluttabilità della violenza e della morte in nessun caso. No! Se esistesse un solo caso, (e credo che non esiste) significherebbe che le persone sono determinate a priori ad essere succubi della violenza. Questo ripugna alla mia ragione! Credo, invece, che per tutti i casi è possibile trovare una soluzione nonviolenta anche se è difficile: ma difficile non significa impossibile.
Alicia Galvani @aliciagalvani
26 anni, Verona
Ho sempre avuto in mente un luogo più bello, una società più giusta, un ambiente più sano. Alcuni la chiamano utopia, un non luogo per sognatori; a me piace invece pensare ad un eu topos e alla nonviolenza come via per realizzarlo. Il servizio civile è una buona occasione per iniziare il cammino verso un orizzonte di convivenza sostenibile e pacifica tra gli esseri di questo mondo. È un lavoro fatto di piccoli gesti quotidiani, qui però non conta la grandezza delle azioni quanto la direzione che esse hanno.
Giulia Morici @giuliamorici
25 anni, Roma
Il MN è una scelta coraggiosa, scomoda, inusuale in una società dove la violenza sembra essere la scelta più efficace in termini di immediatezza. In una società in cui la nonviolenza viene percepita come debolezza, utopia, e i nonviolenti come dei visionari. Eppure scegliere di far parte del Movimento richiede pazienza, ascolto, comprensione, caparbietà. Se mi doveste chiedere: “Qual è la prima immagine che ti viene in mente pensando al MN?” non avrei alcun dubbio: quelle belle bandiere colorate col fucile spezzato che ho visto sfilare durante le manifestazioni. Sapere che in quelle occasioni a marciare accanto a me, per il medesimo scopo, c’era anche il MN, mi ha dato sicurezza e fiducia. È bello sapere che al mondo ci sono quei coraggiosi “visionari” che hanno scelto la difficile strada della nonviolenza.
Jessica Todaro @jessicatodaro
23 anni, Roma
Laddove l’indignazione nei confronti di un sopruso ci spinge ad agire, laddove sentiamo che non possiamo che farlo nel rispetto dell’umanità del prossimo, è proprio lì che ci avviciniamo alla nonviolenza, essendo la violenza il fondamento stesso di ogni ingiustizia.
Giulia Sparapani @giuliasparapani
21 anni, Fiumicino
Sono iscritta al MN da quasi due anni, poiché ho trovato nel Movimento il luogo dove “attivare” la mia personale vicinanza alle idee promosse dalla nonviolenza, intesa nella sua accezione attiva. Non si tratta, infatti, di subire passivamente la violenza altrui, ma di impegnarsi in una lotta anticonformista, una rivoluzione sociale ed etica: uno stile di vita aperto verso cui non faccio altro che provare ad avvicinarmi di più ogni giorno della mia vita.
Elena Petrucci @elenapetrucci
18 anni, Roma
È difficile accettare la realtà così com’è piena di ingiustizie e sofferenza. Quando penso alla nonviolenza sento come una musica che mi riscalda il cuore, un senso di possibilità, pace e sicurezza. Per questo, avendone conosciuto alcuni giovani attivisti, mi sono iscritta al MN, sperando un giorno di poter trasmettere le stesse sensazioni positive ad altri.
Lorenzo Moreschi @lorenzomoreschi
24 anni, Roma
Fin da adolescente ho dedicato molte mie energie all’impegno sociale, prima da attivista politico e nel sindacato, poi abbracciando a tempo pieno il mondo del volontariato. Ho conosciuto il MN quando ero al liceo, apprezzandone sin da subito la mission e le modalità d’azione. La decisione di diventar parte di questo importante gruppo nasce dalla convinzione che soltanto una riconversione ecologica e nonviolenta dell’economia, della cultura e della società possa essere l’antidoto all’imbarbarimento della nostra epoca; convinzione che cresce e si nutre di speranze man mano che conosco meglio il Movimento.