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Viviamo il gioco! Calcio e aquiloni, per stare insieme e stare bene

DiMassimiliano Pilati

Ago 27, 2014

Una festa aperta a tutti, un partitone di calcio che diventa un’occasione per incontrarsi e conoscersi, condividere un bicchiere di tè e il volo di un aquilone.

A partire dalle 16.00 daremo il via ai laboratori per la costruzione degli aquiloni, aperti a grandi e bambini: gli stessi potranno poi partecipare alle partite di calcio, senza alcuna discriminazione di età, genere, abilità e nazionalità.

 Nel corso della serata condivideremo qualcosa da mangiare e da bere: ogni contributo è ben accetto!

 L’obiettivo di questa proposta è il coinvolgimento della comunità locali, trentine ed immigrate, attraverso la “contaminazione” tra il calcio e i giochi tradizionali delle comunità migranti residenti in Trentino. Contaminazione che servirà non solo a mettere in luce le ricchezze culturali presenti sul nostro territorio in ragione dei flussi migratori, ma anche e soprattutto a riportare il calcio al suo essere “gioco”, e quindi spazio sociale di relazioni positive e costruttive.

Qui sotto riportiamo un articolo scritto da Federico Zappini che rappresenta l’Associazione Atas all’interno del Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani.

Hans van der Meer è un fotografo olandese. Ha dedicato una cospicua parte del proprio lavoro al fermare sulla pellicola immagini legate al calcio. Per i suoi scatti ha scelto però un approccio decisamente eccentrico, che mi ha sempre affascinato. Prati verdi adattati a campo da gioco, portieri corpulenti, palloni spellati, azioni confuse. Non vengono rappresentate le gesta di campioni affermati (i calciatori fotografati non sono nemmeno il soggetto principale delle fotografie) e non si vogliono raccontare il Mondiale o la finale della Champions League. Protagonista è il giuoco; il divertimento di rincorrere il pallone, il tentativo di passarselo o di eseguire un dribbling, la gioia per un gol realizzato o la delusione per uno subito. Sullo sfondo paesaggi meravigliosi; la natura brillante del nord Europa, i colori caldi del Mediterraneo o la densità urbana di qualche quartiere popolare.

Mai come oggi è fondamentale che gli obiettivi – non solo dei fotografi, ma anche degli operatori sociali e culturali, oltre che dei semplici appassionati – sappiano mettere a fuoco ciò che di veramente importante può produrre l’attività fisica, ed in particolare quella fatta insieme ad altri, come è necessario per il giuoco del calcio. No, non è un errore…è proprio sulla riscoperta del piacere per il giuoco – e per i valori positivi che può esprimere, sia per gli stili di vita sani che per le opportunità sociali e relazionali – che dovremmo concentrare la nostra attenzione. Solo in questa maniera potremo (forse) dimenticare e (forse addirittura) provare a modificare l'(anti)cultura che regna – dal professionismo fino all’ultimo dei campionati amatoriali – negli ambienti del calcio. Le famose “banane” di Carlo Tavecchio e i casi di razzismo in ogni categoria; gli scandali attorno all’assegnazione delle fasi finali dei Mondiali (Brasile e Qatar su tutte…); le inchieste sul calcio-scommesse; il peso degli affari che offuscano spesso la dimensione sportiva; la crescente aggressività che circonda ogni partita, anche la più insignificante. Il giuoco, con tutte le sue ricadute positive, è assolutamente marginale all’interno di questo contesto.

Ridargli centralità è il risultato che il Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani e Uisp si propongono di raggiungere con l’iniziativa che domenica prossima – 31 agosto, dalle ore 16.00 – animerà il campo di Canova, nella prima periferia di Trento.

Vivere il gioco” non è un torneo (neppure amichevole) ma semplicemente un ritrovo di persone – diverse per età, nazionalità, sesso – che vorranno tirare quattro calci al pallone e sgranchirsi le gambe, dopo un’estate caratterizzata da scrosci di pioggia quasi quotidiani. E mentre la palla rotolerà (e gli aquiloni si alzeranno) si potrà parlare dell’Afghanistan e dei mille conflitti armati che rendono oggi l’intero pianeta un unico e apparentemente inestricabile scenario di guerra, si discuterà delle condizioni di vita dei rifugiati politici che vivono in Trentino, si sperimenteranno nuove forme di cittadinanza basate sull’incontro con l’altro. Senza dimenticarsi del piacere per il giuoco, da ritrovare in un pomeriggio passato sul campo da calcio.

Di Massimiliano Pilati

Vivo a Lavis, in Trentino con mia moglie Francesca e le mie figlie Margherita e Anna e le gatte Zoe e Titù. Sono agronomo e lavoro nel campo dell'agricoltura biologica, cosa che mi permette di vedere anche gli angoli rurali più nascosti della nostra splendida regione. A Lavis, dove vivo, ho fondato e partecipato per vari anni alle attività di “Impronte – laboratorio di Partecipazione”, un contenitore con il quale cercavamo di essere attive/i sul territorio. Sono attivista e membro del Comitato di Coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento, associazione fondata da Aldo Capitini per la quale, tra le altre cose, sono responsabile del sito azionenonviolenta.it e dei suoi social media. Dall'aprile 2014 al maggio 2024 sono stato Presidente del Forum Trentino per la pace e i diritti umani. Rappresento il forumpace nel Consiglio di Amministrazione del Centro per la Cooperazione Internazionale di Trento.

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