Documento pre-congressuale redatto da Lorenzo Porta in collaborazione un gruppo di lavoro di Firenze
Le persone che hanno collaborato al testo sono Marco Santini, ginecologo, presidente della Comunità valdese fiorentina; Marcella Sempio, Docente di filosofia, Alessandro Treves, docente di Fisica all’Università SISSA di Trieste, residente a Firenze , Benedetta Treves , geologa ed aderente al gruppo “ Donne in nero” , sezione fiorentina. Attivista nel campo ecologista del riciclo. Ha partecipato alla lotta vincente di opposizione all’inceneritore e alla costruzione di un’ulteriore pista aeroportuale della piana fiorentina.
Questi compagni e compagne di strada non sono iscritte al Movimento nonviolento, ma seguono con attenzione e partecipazione le attività del Movimento e dei gruppi della Rete Pace e Disarmo collegati. La responsabilità complessiva dell’intervento è del sottoscritto.
Eccoci riuniti quest’anno in questa sala a Roma come nel Congresso dell’aprile 2017 dove venivano scandite le parole: Coerenza, continuità, convinzione e la relazione introduttiva aveva per titolo: Noi siamo le nostre relazioni. In quella occasione avevo illustrato nel mio intervento un progetto costruttivo in campo sanitario nei Territori della Cisgiordania a cura di una coppia di giovani psichiatri palestinesi, che studiavano ancora negli Stati Uniti, Mohammed e Joman che poi vennero in Italia ai nostri incontri organizzati dopo aver superato non poche difficoltà per il visto dell’ambasciata statunitense. Dico questo per ribadire che il lavoro per la pace attiva non sorge sotto la pressione delle emergenze, ma affiora nella continuità dell’impegno in questo caso all’attenzione al Medio Oriente e alla questione israelo-palestinese. Speriamo che seguano altri interventi ed interviste a quella all’attivista israeliana Naomi De Malach che compare sul sito della Rivista online.
La crisi pandemica per me ha influito molto sulla qualità del dibattito e del confronto con le persone del Movimento nonviolento. Ho partecipato da iscritto senza alcuna carica di responsabilità elettiva, ai comitati di coordinamento per portare la mia esperienza e le mie riflessioni con la pubblicazione di alcuni articoli sulla Rivista.
Il Congresso online del dicembre 2020 metteva in luce le buone prospettive, nonostante la perdita di sostegno istituzionale di numerosi parlamentari attivi, della petizione a sostegno della proposta di legge sulla Difesa civile, sulla Moratoria armi 2021 e per l’allocazione di risorse per il Servizio civile universale, obiettivi programmatici sostenuti in particolare da alcune organizzazioni nella Rete Italiana Pace e Disarmo, presentata come la più ampia espressione del Movimento pacifista ecologista, di cui il Movimento nonviolento era ed è un perno organizzativo.
Ma in una situazione di sovvertimento del cosiddetto ordine mondiale è piombata in Europa un’altra guerra di dimensioni assai più vaste rispetto alla tragedia yugoslava che ha solcato pesantemente gli anni ’90. La questione ucraina con tutte le sue minacce era già presente almeno dal primo decennio di questo secolo ed ebbe una forte svolta nel 2014 con il tragico eccidio in Piazza Maidan a Kiev che evidenziava le gravi lacerazioni dentro quella terra di confine: questo è il significato del nome Ucraina.
La campagna di sostegno agli obiettori di coscienza, ai disertori e alle pacifiste e ai pacifisti russi, bielorussi ed ucraini
Le giornate di questo congresso vogliono fare una sintesi di un lavoro svolto in questi due anni per la difesa del diritto umano all’obiezione di coscienza al servizio militare nelle sue diverse forme. Un terreno consolidato nel tempo che caratterizza il Movimento e che ha nell’attività nel Bureau européen pour l’objection de conscience un impegno costante del Movimento nonviolento.
Cerchiamo di stamparci nella nostra memoria i nomi dell’obiettore ucraino Vitaliy Alexseienko, obiettore di coscienza in base al suo credo religioso, Yuri Sheliazhenco, ucraino ancora agli arresti domiciliari, accusato di “attività a favore del nemico”. In realtà egli ha affermato il rifiuto della guerra come mezzo per la risoluzione de conflitto. Sostegno all’obiettore russo Alexander Belik in esilio. Elena Popova, responsabile del Movimento degli obiettori di coscienza russi, movimento messo fuori legge dal regime.
Ma lo sforzo maggiore si è concretizzato nel giro d’Italia nel 2023 di tre donne di pace Darya Berg della Federazione Russa, Katheryna Lanko, cittadina ucraina, . Olga Karatch. Cittadina bielorussa. Tutte si battono per aiutare non solo chi si dichiara obiettore di coscienza, ma anche chi vuole lasciare il paese per non voler partecipare alla guerra fratricida dell’ Operazione speciale russa in terra ucraina. La premiazione e la presenza di Olga Karatch al Congresso sono la sintesi di questo sforzo per la difesa e il sostegno di chi si rifiuta di collaborare con gli eserciti ( vedi dossier Bielorussia della Rivista 1-2 , 2023)
Ciò si accompagna alla campagna di obiezione integrale alla guerra in Italia aperta a giovani e meno giovani che dichiarano di non partecipare ad un ‘eventuale chiamata alle armi. Non dimentichiamo anche lo sforzo degli aiuti umanitari, delle carovane della pace, ( iniziativa “Stop the war now!”) dell’aiuto a chi voleva e poteva lasciare la Russia e l’Ucraina in guerra.
La riflessione, frutto di un lavoro collettivo che qui espongo è che la sacrosanta campagna di informazione e sostegno al diritto umano all’obiezione di coscienza, il soccorso ai civili attraverso le carovane di pace e l’ospitalità ai profughi non possono raggiungere l’obiettivo della messa in crisi della macchina militare che continua incessante nella guerra ancora in atto tra Russia ed Ucraina e questo vale anche per altri conflitti come quello tra Israele- Palestina e purtroppo la lista potrebbe continuare.
Nonostante il crescente disagio, la sofferenza enorme e le frustrazioni dopo due anni di eccidi e bombardamenti che non cessano in Ucraina ed anche in parte sul territorio russo e il numero di morti militari coscritti con la forza, assai superiore ai morti civili nei territori contesi, nonostante l’alto numero di persone che tenta di fuggire dall’Ucraina ( circa 15.000 dal febbraio 2022 al settembre 2023, dati della Guardia di frontiera ucraina, vedi Azione novilenta , 2023, 5) non si sono verificate diserzioni di massa, disobbedienze diffuse agli ordini, fino a determinare una rotta degli eserciti, come si può dire avvenne ( è solo un richiamo storico, non vuol essere un paradigma) nei ranghi dei militari russi nel 1917 durante la Prima guerra mondiale, ad opera dei membri dei soviet all’interno dell’esercito zarista in crisi. Da entrambe le parti ci sono comitati di madri e parenti che chiedono il ritorno dei loro figli dal fronte, ma la macchina militare prosegue.
Quali strumenti a disposizione dell’arsenale di lotta nonviolenta sono possibili in una fase in cui le forze vincenti sono i complessi militari industriali delle potenze che si scontrano a scapito delle popolazioni, mantenendo pur sempre la differenza tra aggressore ed aggredito? Sulle rivalità mimetiche tra le due superpotenze militari si veda il discorso di Lucio Caracciolo sugli ipotetici accordi preventivi presi dalle Intelligence di Usa e Federazione russa prima del conflitto ( LIMES, Luglio 2023 , Luca Caracciolo: https://www.youtube.com/watch?v=5leESlXYGuc Per un aggiornamento vedi link LIMES : Stiamo perdendo la guerra. Medio Oriente e Ucraina in fiamme. L’Italia paga il conto ma non conta (youtube.com)
Non si tratta quindi di inutili stragi, ma di crimini contro i diritti umani che fruttano tetri interessi e segnano anche aumenti del prodotto interno lordo e della bilancia commerciale ( vedi il caso della Federazione Russa secondo dati di Banca Mondiale)
DOMANDE:
- Non è il caso di conferire più forza alla Campagna di pressione verso le Banche armate, promossa dalle riviste Mosaico di Pace, Nigrizia e Missione oggi più di vent’anni fa? Non sarebbe questo un modo di rafforzare e dare corpo a quegli obiettivi di opposizione alla guerra attraverso un campagna di denuncia e di conseguente ritiro dei conti bancari, dei fondi di investimento da quegli istituti finanziari più coinvolti negli affari di armi con paesi belligeranti, i loro alleati e i paesi dittatoriali violatori dei diritti umani? Questa campagna non ha raggiunto numeri tali da poter indurre qualche ripensamento nei grandi istituti bancari. https://www.banchearmate.org/ Anche alla luce di quanto riferito da RIPD, OPAL MILEX, Beretta e Vignarca sul pesante depotenziamento del potere di controllo della legge 185/ 90 la trasparenza delle transazioni bancarie viene cancellata. Il Senato ha votato! Accanto ad un aumento considerevole delle spese militari le prospettive di apertura delineate nel Congresso del 2020 si sono chiuse!
- Inoltre, perché non riconsiderare l’obiezione alle spese militari per quella percentuale devoluta a sistemi d’arma offensivi e letali o per spese che afferiscono al mantenimento dei siti nucleari a guida statunitense e Nato sul territorio italiano? E possibile aggirare le barriere poste alle regole della dichiarazione dei redditi che rendono più difficile la dichiarazione dell’Obiezione? Ci sono categorie che si trovano nella condizione di essere a credito verso lo Stato ( piccoli imprenditori e simili). Questi sono solo esempi, non gli unici per fare risaltare l’azione di rete della resistenza alla guerra.
Grazie Lorenzo Porta