Può un film d’animazione vecchio di cinquant’anni, scarso di effetti speciali e dallo humor francamente troppo britannico fare l’ennesimo sold out in un soleggiato sabato pomeriggio di Fiumicino? Si, può eccome, se il film è “Yellow submarine”, se i protagonisti sono i Beatles e, soprattutto, se a guidare gli spettatori nei tanti livelli di lettura della pellicola è Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento nonché grande appassionato dei Fab Four.
L’incontro, primo appuntamento del 2015 con il cineforum del centro territoriale “Litorale romano” del Movimento Nonviolento, è stata anche occasione di promozione della già avviata Campagna – di raccolta firme e non solo – “Un’altra difesa è possibile” per l’istituzione del Dipartimento di difesa civile, non armata e nonviolenta.
Presenti, tra gli altri, Vincenzo Taurino sociologo per le politiche sociali “dobbiamo imparare a riconoscere la violenza anche nelle scelte politiche sbagliate e cieche che riguardano le fasce più deboli”, Domenico Perna del Movimento Cal che ha dato a tutti appuntamento al 5 febbraio all’Hotel Comfort per il convegno “Cittadini e territorio” e Maurizio Ferreri, presidente della Commissione Cultura “sarà uno dei miei compiti aiutarvi a portare sul territorio questa bella realtà”.
È Daniele Taurino, fondatore del centro territoriale e direttore della “Biblioteca per la nonviolenza”, a introdurre il presidente del MN e direttore della rivista “Azione nonviolenta” Mao Valpiana: “Per avere qui il nostro presidente – scherza – abbiamo dovuto iniziare l’anno con i Beatles…per noi è una presenza che rinnova le nostre energie per affrontare i tanti impegni che ci attendono”. E continua: “Il nostro metodo non è cambiato: tante piccole azioni culturali disseminate in tutto l’arco dell’anno portate avanti col ferma persuasione che la nonviolenza è il varco attuale della storia, se noi lo vogliamo”.
Mao introduce poi il film e il tema dell’incontro. Parla di nonviolenza, di diritto alla sicurezza, di dovere di difesa. Lo fa con i toni soffici e pacati di chi parla dall’interno di una coscienza e arriva al cuore di chi ascolta. Quella che ci offre è la visuale di chi ancora non si è rassegnato, e mai lo farà, a considerare asetticamente un dato storico assodato: 80 milioni di morti in due guerre mondiali. Tragedie inumane scatenate da un pugno di individui che non seppero o non vollero vedere un’altra via per il confronto.
Una naturale e sacrosanta esigenza alla sicurezza degli individui e degli Stati, secondo Mao Valpiana, non può e non deve tradursi per forza di cose in difesa armata. L’articolo 52 della Costituzione italiana recita infatti che “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”. La difesa è sacra, non è armata. Ed è dovere del cittadino, cioè affidata alle donne e agli uomini che hanno fondato, sostenuto e amato la Patria (in tutte le patrie).
Nel divario tra i 25 miliardi di euro per le spese militari annue e gli 80 milioni destinati al servizio civile c’è l’immagine di un Paese, il nostro, che non vuole credere che un’altra difesa sia possibile. Ci difendiamo quando abbiamo paura; abbiamo paura quando non conosciamo. E allora perché non considerare una forma di difesa la promozione globale della conoscenza e della cultura? Se ne può e se ne deve parlare anche attraverso film come quello proposto dal Cineforum.
Allora, il mondo colorato, psichedelico e sognante di “Yellow submarine” prende il posto delle parole. La pellicola, del 1968, è ricca di citazioni, suggestioni e richiami artistici. Per settanta minuti, si rimane avvolti e rapiti dalle melodie dei quattro di Liverpool, smarriti protagonisti di una battaglia contro la guerra. Non contro un nemico: proprio contro la guerra. Non ci sono avversari, non c’è da vincere ma solo da con-vincere. Sussurrare è meglio che gridare. Osservare e ammirare è meglio che mirare e puntare, una chitarra penetra più di un mitra: ne sono persuasi John, Paul & Co. e vanno per il mondo come moderni Don Chisciotte. Lo fanno cantando. I quattro gracili musicanti, trionfano con la forza dell’esempio nonviolento.
Per chiunque voglia fare un piccolo ma significativo gesto concreto per iniziare il 2015 nel segno della nonviolenza tanti sono gli inviti usciti da questo pomeriggio beatlesiano in compagnia del gruppo del Movimento Nonviolento: tra queste, rimanere in contatto con questo gruppo locale e le loro iniziative, abbonarsi alla rivista “Azione nonviolenta” che contribuiscono a realizzare, firmare per la Campagna “Un’altra difesa è possibile” e dare finalmente una possibilità non solo retorica ma adeguatamente finanziata alla difesa civile, non armata e nonviolenta. Perché un altro mondo è possibile. Imagine…